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Il governo ha finalmente pubblicato i dati sulle misure del nuovo Pnrr. A fine aprile la piattaforma governativa Italia domani ha condiviso alcuni dei dati che abbiamo chiesto nella nostra ultima richiesta di accesso agli atti (Foia). Si tratta degli importi delle misure e dell’avanzamento procedurale dei progetti. Possiamo considerarlo un risultato positivo, effetto della continua domanda di trasparenza sul piano che avanziamo fin dal suo avvio.

Tuttavia permangono alcune lacune e criticità, per le quali continueremo a chiedere chiarezza. In primis non sono ancora stati pubblicati i dati sull’avanzamento economico e finanziario dei progetti. Nel dataset condiviso sulle misure manca la loro descrizione e, per le submisure, l’indicazione di quale sia l’intervento più ampio in cui sono incluse. In quello sui progetti invece, la classificazione degli stati di avanzamento varia in base alla natura dell’intervento, ostacolando un’analisi complessiva sull’andamento dei lavori. Inoltre, le date di inizio e fine degli interventi sono almeno in parte scorrette.

Lo scorso 17 aprile abbiamo inviato al governo una richiesta di accesso agli atti (Foia) sul piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Il Foia è lo strumento attraverso cui cittadini e associazioni rappresentative possono richiedere alla pubblica amministrazione dati e documenti già esistenti. 

È il quarto Foia che Openpolis presenta dall’avvio del Pnrr, con il supporto dell’Osservatorio civico Pnrr, delle centinaia di organizzazioni aderenti alla campagna #DatiBeneComune e con l’assistenza dello studio legale E-Lex.

Il governo ha pubblicato nuovi dati anche grazie alle nostre richieste.

Stiamo ancora aspettando una risposta ufficiale (il governo ha tempo fino a 30 giorni dalla ricezione) ma nei giorni scorsi la piattaforma governativa Italia domani ha pubblicato un corposo aggiornamento. Si tratta di dataset sia nuovi che aggiornati che, almeno in parte, rispondono ad alcune delle nostre richieste.

Possiamo considerarlo un risultato positivo, effetto delle richieste di trasparenza sul piano, che avanziamo fin dal suo avvio. Non solo attraverso i Foia, ma anche con i nostri articoli e la costante attività di monitoraggio. Tuttavia, continuiamo a evidenziare anche in questi aggiornamenti alcune mancanze e criticità.

Cosa abbiamo chiesto, cosa hanno pubblicato e cosa manca

Nella nostra richiesta di accesso agli atti chiedevamo da un lato, la pubblicazione di descrizione e importi delle misure del nuovo Pnrr, dall’altro i dati sullo stato di avanzamento finanziario e dei lavori per i singoli progetti e opere finanziate.

4 mesi il tempo impiegato dal governo per rendere pubblici i dati sulle risorse destinate alle misure del nuovo Pnrr.

È dall’approvazione delle modifiche al Pnrr, avvenuta nel dicembre scorso, che aspettavamo di conoscere la nuova ridistribuzione delle risorse tra gli investimenti in agenda. Oltre agli importi assegnati alle nuove misure, comprese tutte quelle della missione aggiuntiva dedicata al RepowerEu.

Finalmente il 30 aprile Italia domani ha condiviso il dataset sul quadro finanziario aggiornato, rendendo accessibili e pubblici i dati sul nuovo piano. Questo permette a noi e a chiunque sia interessato (giornalisti, cittadini, società civile) di ricominciare a monitorare concretamente il Pnrr, cosa che non è stata possibile negli ultimi mesi.

Sono ora pubblici i dati sull’avanzamento delle opere, ma non sulla spesa effettuata.

Per quanto riguarda i progetti invece, sia con questo ultimo Foia che con i precedenti, chiedevamo dettagli sul loro avanzamento. Da un lato, l’andamento dei lavori per la costruzione di opere e l’implementazione dei singoli interventi. Dall’altro, la spesa effettuata man mano rispetto agli importi complessivamente assegnati.

L’aggiornamento di Italia domani soddisfa solo uno dei due aspetti, quello relativo agli stati di avanzamento procedurale dei progetti. Si tratta di un dataset che per ciascun intervento contiene, oltre ai codici identificativi e alla misura di appartenenza, le indicazioni relative a:

  • la fase in cui si trova il progetto, dall’aggiudicazione fino all’esecuzione della fornitura;
  • la data di inizio dei lavori, prevista ed effettiva;
  • la data di fine dei lavori, prevista ed effettiva.

Potrebbe essere una svolta cruciale in termini di trasparenza. Questo dataset infatti consentirebbe di monitorare l’andamento dei lavori, seguendone l’inizio, l’avanzamento e la conclusione. Va sottolineato comunque che un simile monitoraggio sarebbe possibile solo se i dati in questione venissero aggiornati con regolarità.

Nonostante il giudizio complessivamente positivo sulle novità appena descritte, abbiamo evidenziato in entrambi i dataset alcune criticità, che approfondiremo nei prossimi paragrafi.

Inoltre, non possiamo non sottolineare quanto sia grave la persistente mancanza dei dati sulla spesa. Come abbiamo ribadito più volte, sappiamo che queste informazioni sono presenti su Regis: la piattaforma di monitoraggio, rendicontazione e controllo dei progetti finanziati dal piano. Dunque si tratta o di una scelta politica di non trasparenza, oppure di un problema di qualità dei dati. In questo senso, il ministro per il Pnrr Raffaele Fitto ha sempre affermato che i dati sulla spesa sono sottostimati perché gli enti locali non aggiornano con sufficiente puntualità i dati su Regis. Qualunque sia il motivo, è inaccettabile che tali informazioni non siano ancora nella disponibilità di cittadini, analisti e degli stessi decisori, in primis il parlamento.

Una prima ricognizione delle misure

Abbiamo effettuato un’analisi preliminare dei due dataset descritti in precedenza: il quadro finanziario delle misure e l’iter dei progetti, rilevando sì aspetti interessanti, ma anche qualche criticità.

265 le misure del nuovo piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui 199 investimenti e 66 riforme.

Sappiamo che il Pnrr prevede delle misure che a loro volta possono essere suddivise in sotto interventi, le cosiddette submisure. Una prima criticità riscontrata nell’aggiornamento del dataset è proprio la mancanza dell’indicazione relativa alle misure complessive. Conosciamo quindi il dettaglio degli interventi, ma non la loro eventuale appartenenza a delle misure più ampie.

Si tratterebbe invece di un elemento utile a completare il quadro, specialmente a confrontare le variazioni tra il Pnrr originale e quello rivisto. Lo stesso vale per la descrizione dettagliata delle misure, che ne spieghi obiettivi e azioni, ma anche questa informazione manca nel dataset considerato.

Tra i dati che invece troviamo in questo aggiornamento, i più rilevanti sono sicuramente quelli relativi agli importi di ciascuna misura. Se guardiamo i 10 interventi più finanziati, è già possibile avanzare qualche osservazione.

Le 10 misure più finanziate nella nuova versione del piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’8 dicembre 2023 le istituzioni europee hanno approvato le modifiche richieste dal governo Meloni al Pnrr originale.

Con un ampio distacco da tutte le altre misure, l’investimento per l’Ecobonus è il più consistente. Seguono a distanza il credito d’imposta per i beni strumentali 4.0 (con 8,9 miliardi di euro allocati) e la transizione 5.0 (6,3 miliardi).

Le 3 misure più finanziate prevedono crediti d’imposta.

È interessante sottolineare che questi 3 investimenti, che insieme costituiscono circa il 15% di tutto il Pnrr, vengono implementati attraverso crediti d’imposta. Dipendono cioè solo dalle domande e dalle spese effettuate da privati. Gli enti responsabili delle misure (ministeri e dipartimenti) si limitano a rimborsare a cittadini e imprese le cifre investite. Si tratta, in altre parole, di un metodo più semplice di spendere i fondi del Pnrr che, come abbiamo approfondito in altre analisi, si è rivelato spesso un aspetto complicato dell’attuazione del piano.

La quarta misura più finanziata è curiosamente una riforma legislativa, l’unica tra queste prime 10: Almps e formazione professionale. Si tratta dell’implementazione di politiche attive del mercato del lavoro (active labour market policies) mirate principalmente al contrasto della disoccupazione. A questo intervento il piano dedica 5,5 miliardi.

Tra gli altri investimenti infine ne troviamo 3 per lo sviluppo dei trasporti, tra linee ad alta velocità nel nord Italia e trasporto rapido di massa e uno per la messa in sicurezza di edifici scolastici. Infine, una misura dedicata alle infrastrutture di distribuzione dell’energia elettrica (smart grid) e una per la diffusione sul territorio della connessione internet a 1 Gbps.

L’avanzamento dei progetti

Passando all’analisi del secondo dataset, relativo all’iter procedurale dei progetti, ci siamo focalizzati sulle varie fasi assegnate a ciascun intervento che, come si legge su Italia domani, non sono uguali per tutti ma variano in funzione della natura dei progetti.

In questo senso vengono identificate 6 tipologie di interventi, alcune delle quali condividono una o più fasi di attuazione. Secondo questa classificazione i progetti Pnrr possono prevedere:

  • acquisto di beni;
  • acquisto o realizzazione di servizi;
  • realizzazione di lavori pubblici (opere e impiantistica);
  • concessione di contributi ad altri soggetti (diversi da unità produttive);
  • concessione di incentivi ad unità produttive;
  • sottoscrizione iniziale o aumento di capitale sociale (compresi spin off), fondi di rischio o di garanzia.

La mancanza di una standardizzazione dei vari step (almeno laddove possibile) pone qualche difficoltà nell’analisi complessiva dello stato di avanzamento dei progetti. Per esempio, la fase di svolgimento dei lavori viene etichettata in 4 modi diversi a seconda della natura del progetto: esecuzione fornitura, esecuzione investimenti/attività, esecuzione investimenti o esecuzione lavori.

L’ideale per analisi future sarebbe uniformare questa classificazione, ma per il momento ci limitiamo a osservare quanto sia presente nel dataset.

Fasi dell’iter dei progetti finanziati dal piano nazionale di ripresa e resilienza, ad aprile 2024

Le fasi assegnate a ciascun intervento non sono uguali per tutti ma variano in funzione della natura dei progetti.

La parte più consistente dei progetti che attualmente risultano finanziati dal Pnrr è dunque ferma alla fase di stipula del contratto. Segue un 15,6% che si trova allo stato di aggiudicazione delle risorse. Sono dati piuttosto rappresentativi, anche perché entrambe le fasi sono trasversali a diverse tipologie di intervento: l’acquisto di beni, l’acquisto o realizzazione di servizi e la realizzazione di lavori pubblici.

1 su 3 circa, i progetti in fase di aggiudicazione o stipula dei contratti, a 2 anni e mezzo dalla fine del Pnrr.

Tutti gli interventi andrebbero in teoria conclusi entro il 2026 ma, dalle diverse fasi riportate, la maggior parte sembra lontana dalla conclusione dei lavori. A tal proposito, abbiamo provato a far riferimento a un’altra informazione presente nel dataset, quella relativa alla data di inizio e fine del progetto. Soprattutto per capire quanti interventi risultino oggi già conclusi.

Tuttavia non è stato possibile, perché le date di inizio e di fine denominate “effettive” non corrispondono alle date reali di inizio e di fine delle attività, o almeno sicuramente non in tutti i casi. Per diversi progetti infatti la data di inizio o fine effettiva fa riferimento ad annualità future (2025, 2026) e corrisponde alla data di inizio o fine prevista. Probabilmente in questi casi si tratta di errori di compilazione su Regis da parte dei soggetti attuatori, ma è solo un’ipotesi.

Continueremo a chiedere trasparenza.

In conclusione, da quanto analizzato in questa prima ricognizione dei dati è evidente che, per quanto utili, questi aggiornamenti presentano ancora delle mancanze e degli ostacoli ai fini del monitoraggio del piano. Lacune a cui si aggiunge la più rilevante: l’assenza dei dati sulla spesa effettuata per i progetti. È per tutti questi motivi che continueremo a portare avanti le nostre richieste di trasparenza, affinché sia possibile monitorare a pieno un programma di tale portata che, a seguito della revisione, è persino aumentato con un finanziamento complessivo di 194 miliardi di euro.



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